"Società della Gioventù Cattolica Italiana"
1867- La Società della Gioventù Cattolica Italiana
Nel 1867 nasce la "Società della Gioventù Cattolica Italiana" (SGCI), promossa da due giovani che già nelle loro città erano stati animatori di circoli cattolici: il viterbese Mario Fani (che morirà giovanissimo da lì a poco) e il bolognese Giovanni Acquaderni, che diventa il primo presidente del nuovo organismo. Siamo negli anni del Risorgimento italiano e dell'Unità d'Italia, a Roma regna ancora papa Pio IX (Mastai Ferretti), l'ultimo "papa re". Nel 1870 ci sarà la presa di Roma ad opera dell'esercito italiano, nascerà così la "questione romana": il dissidio fra lo Stato moderno italiano e la Chiesa.
1881 - L'Opera dei Congressi
In quest'anno viene costituita l'Opera dei Congressi, che mira a riunire "i cattolici e le associazioni cattoliche d'Italia", durerà fino al 1904. Intanto nel 1896 viene fondata la FUCI (Federazione universitari cattolici italiani).
Gli anni tra il 1900 e il 1922
Dopo la crisi dell'Opera dei Congressi la SGCI ha nuovi spazi. Si moltiplicano i circoli e nascono strutture decentrate regionali. Si formano al suo interno le Leghe del lavoro (di sostegno alle presenze sociali organizzate) e (nel 1917) le sezioni "Aspiranti", che erano il tramite con cui i giovani seguivano la crescita dei ragazzi. Ulteriore terreno di sviluppo sarà quello ricreativo con la nascita nel 1916 di un'Associazione Scoutistica Cattolica Italiana (ASCI).
1919 - La Gioventù Femminile di AC
1923 - La riorganizzazione di Pio XI
Sotto il papato di Pio XI, il 2 ottobre 1923 vengono approvati i nuovi Statuti di Azione Cattolica. Coordinata da una forte Giunta centrale (che comprende i presidenti delle varie associazioni nazionali e alcuni membri di nomina pontificia), l'associazione viene rafforzata nella sua unità, e suddivisa in sezioni per categorie anagrafiche di persone, non più per obiettivi specifici. Ne fanno parte la SGCI, che diventa Gioventù Italiana di Azione Cattolica (GIAC), la FUCI, l'Unione Femminile (che comprende l'Unione donne, la GF e le universitarie della FUCI) e la neonata Unione uomini di AC.
1923/1940 - L'Azione Cattolica sotto il Fascismo
Il Fascismo inizialmente ricerca un pratico compromesso, rilanciato anche dall'eliminazione di ogni alternativa all'AC in campo cattolico, tuttavia fin dall'inizio non mancano motivi di
attrito: la fondazione da parte del regime fascista di un organismo per la gioventù tendenzialmente totalitario come l'Opera nazionale Balilla, e la conseguente crisi e chiusura dell'esperienza
dello scoutismo italiano e delle associazioni ricreative e sportive.
Con il 1929 e la raggiunta Conciliazione fra Chiesa e Stato si arriva a momenti di maggior consenso. Ma di lì a pochi anni non mancano nuove occasioni di contrasto, che portano anche alla
chiusura forzata di molti circoli e il 30 maggio del 1931 perfino delle organizzazioni giovanili nazionali. L'intervento di Pio XI con l'enciclica Non abbiamo bisogno è decisiva nel far
salvaguardare l'esistenza autonoma delle associazioni di AC, anche se vengono ulteriormente limitati i suoi compiti al solo terreno religioso.
Un graduale e cauto distacco dalle sorti del regime inizia a manifestarsi dal 1938, con la critica serpeggiante a scelte come la stretta alleanza col nazismo, l'introduzione delle
discriminazioni razziali, e i nuovi attacchi fascisti contro il ruolo dell'AC stessa.
Nel 1940 Pio XII (eletto l'anno prima) riforma l'AC con la promulgazione di nuovi Statuti: la responsabilità laicale veniva drasticamente limitata ai livelli unitari, a cominciare dal centro
nazionale, dove la Giunta veniva sostituita da una Commissione cardinalizia.
1943/1961 - L'AC nel dopoguerra
Durante la guerra, sia per motivi pratici indotti dal conflitto che a causa della riforma di Pio XII, la vita interna dell'associazione ha una stasi. Il rilancio dell'AC subito dopo la
liberazione di Roma, è guidato con discrezione da mons. Montini (il futuro Paolo VI), allora stretto collaboratore di Pio XII alla Segreteria di stato vaticana e già assistente della FUCI. Nel
1946 vengono promulgati i nuovi Statuti. Accanto all'associazione di massa nascono molteplici associazioni specializzate, perché aiutino gli aderenti all'AC ad affrontare con maggiore competenza
i vari aspetti della nuova società pluralista. In questo processo nascono la Gioventù Studentesca (GS), la Gioventù Operaia (GIOC), rinascono le Associazioni scoutistiche (ASCI) e vengono
promosse le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani (ACLI).
Nel 1948 l'AC, vive l'esperienza dei "comitati civici" promossi da Luigi Gedda, presidente della Giac, in vista delle elezioni politiche del 18 aprile di quell'anno. Nel 1952 Gedda diverrà
Presidente generale e suo successore alla Giac sarà Carlo Carretto.
1962/1968 - Il rinnovamento del Concilio
Il Concilio Ecumenico Vaticano II, evento fondamentale delle recente storia della Chiesa, si apre nel 1962, indetto da papa Giovanni XXIII, succeduto nel 1958 a Pio XII. Si chiuderà nel 1965
sotto il nuovo papa Paolo VI (Giovanni Battista Montini, eletto papa nel giugno del 1963). Il Concilio fra l'altro affronta anche la questione specifica del significato e della missione
dell'Azione Cattolica. I discorsi più espliciti appaiono nell'Apostolicam Actuositatem, il decreto sull'Apostolato dei laici.
Intanto nel 1963 viene nominato assistente centrale mons. Franco Costa, mentre nuovo presidente generale diventa Vittorio Bachelet.
Il nuovo statuto
Recependo in pieno le conclusioni del Concilio, Bachelet e mons. Costa avviano il rinnovamento dell'associazione, che prenderà forma nel nuovo Statuto del 1969. Si arriva, fra l'altro, all'attuale struttura associativa unitaria, con la costituzione di due Settori (Adulti e Giovani), senza più distinzioni fra i sessi, con la comune responsabilità verso una "attenzione educativa" per i ragazzi, l'Azione Cattolica dei ragazzi (ACR). È poi esplicitamente previsto un raccordo con i movimenti dei Laureati, della FUCI e dei Maestri. Tra le novità anche la scelta di più ampi spazi di democrazia interna, con un sistema di assemblee a tutti i livelli, e un coinvolgimento della base nella designazione dei responsabili.
Dal 1970 ad oggi
Nella Chiesa postconciliare l'AC attraversa inevitabilmente un periodo di "assestamento", che la porta ad un ridimensionamento anche numerico: si passa dai 3.300.000 iscritti del 1964
agli 815.000 del 1973 (anno in cui Bachelet termina il suo mandato) ai 500.000 di oggi. Mentre nascono nuove forme aggregative laicali, i nuovi "movimenti ecclesiali", l'AC si impegna al
rinnovamento della Chiesa voluto dal Concilio. Contribuisce alla nascita e all'applicazione dei catechismi della Cei, vive la sua stagione dei Progetti (il Progetto Giovani è del 1988) e poi
dei nuovi Cammini Formativi Giovanissimi e Giovani. Dal 1997 tutti i settori lavorano su un'unica Attenzione Annuale. Dopo il nuovo progetto formativo e i nuovi itinerari formativi "Sentieri
di speranza" ogni anno il Settore Giovani realizza un sussidio rivolto agli educatori dei gruppi giovani e uno agli educatori dei gruppi giovanissimi, più il testo personale per la lettura e
la meditazione personale del Vangelo dell'anno rivolto agli adolescenti. Ogni anno il Settore Giovani realizza un Convegno o un seminario nazionale e i Campiscuola nazionali. Continuano,
distanziati negli anni, ad essere celebrati gli Incontri Nazionali.
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